Come potenziare la carica dell'alternatore del motore

Ricaricare le batterie con l'alternatore del motore

Ovvero: come ottimizzare l'alternatore per diminuire i tempi di carica delle batterie quando è acceso il motore.

Sterling Power Alternator To Battery Charger ProAlt C 1280A

Clicca qui per acquistare il prodotto

Abbiamo già trattato in questo blog dei vari metodi per ottenere una ricarica delle batterie in maniera ecologica producendo energia elettrica da fonti rinnovabili (sole e vento).

Se queste modalità non fossero disponibili, oppure non fossero sufficienti, possiamo sempre ricorrere a metodi più “tradizionali”: il generatore diesel o l’alternatore del motore.

Non voglio parlare ora dell’utilizzo di un generatore diesel dedicato, in quanto ritengo che questo apparato sia effettivamente necessario solo su grosse imbarcazioni dove vi è la necessità di generare giornalmente grandi quantità di energia elettrica per alimentare le utenze di bordo: aria condizionata, cucine con fornelli elettrici o ad induzione, ecc.

In tutti gli altri casi può essere sufficiente azionare il motore entrobordo per qualche ora al giorno, affinché l’alternatore possa provvedere alla ricarica delle batterie dei servizi.

Non sempre, però, questa modalità si dimostra veloce ed efficace. Questo è dovuto al fatto che spesso gli alternatori installati dai cantieri non sono molto potenti e, per di più, sono dotati di regolatori di tensione di derivazione automobilistica e quindi non progettati con l’obiettivo di essere efficienti in fase di ricarica.

Questi dispositivi elettronici sono quindi spesso semplici e si limitano ad abbassare la tensione in uscita dall’alternatore ad un valore compatibile con la carica della batteria. Magari un po’ più basso per evitare possibili problemi.

Oltre a ciò, spesso gli impianti elettrici delle nostre barche sono dotati di ripartitori di carica che hanno il compito di “suddividere” la corrente prodotta dall’alternatore tra la batteria per l’avviamento del motore e quella dei servizi ma che, nei modelli meno sofisticati, hanno l’effetto collaterale di indurre un abbassamento di tensione ai poli delle batterie, non solo aumentando notevolmente i tempi di ricarica, ma impedendo anche una ricarica completa delle batterie, che in questo modo per ben che vada raggiungono l’80% della loro capacità di carica nominale.

Spesso si cerca di porre rimedio a questi problemi installando un cosiddetto “alternatore di potenza”, cioè un secondo alternatore, più potente di quello di serie, che viene dedicato esclusivamente alla carica delle batterie dei servizi.

A parte la spesa non indifferente legata all’acquisto di un nuovo alternatore, spesso questa soluzione presenta anche delle difficoltà di installazione in quanto bisogna trovare il posto adatto, fissare il nuovo alternatore con staffe adeguate alle forze torcenti che si svilupperanno durante l’uso (tutt’altro che trascurabili) e quindi serve qualcuno che sia in grado di fare un’installazione a regola d’arte per non incorrere in problemi successivi.

Personalmente credo che valga la pena in prima battuta cercare di far funzionare meglio (a volte MOLTO meglio) l’alternatore di cui è già dotato il nostro impianto.

Esistono dei dispositivi elettronici che si installano a valle dell’alternatore e del regolatore di tensione e che funzionano esattamente come se fossero dei sofisticati caricabatterie da banchina, solo che invece di attingere dalla colonnina a 220 Volt, utilizzano l’energia prodotta dall’alternatore.

Sembra facilissimo, no? In effetti per arrivare ad estrarre dall’alternatore tutti i Watt di cui è capace, questi congegni elettronici devono lavorare in modo assai “furbo”, comportandosi nei confronti dell’alternatore come se fossero delle batterie scariche, forzandolo in tal modo a produrre al massimo delle sue potenzialità. Tutta l’energia prodotta da questo verrà quindi riversata alle batterie con algoritmi sofisticati in modo da minimizzare i tempi di ricarica senza tuttavia danneggiarle. Proprio come avviene con i più recenti caricabatterie a 220 Volt.

L’installazione di un cosiddetto “Alternator To Battery Charger” può arrivare in certi casi a dimezzare i tempi di ricarica delle batterie, mantenendo il vecchio alternatore e risparmiando usura al motore entrobordo.

Oltre a ciò, l’installazione di questo dispositivo è davvero facile ed alla portata di tutti. E’ adatta a qualsiasi tipo di alternatore in quanto non sostituisce né bypassa il suo regolatore di tensione, ma viene installato a valle di questo.

Include già un ripartitore di carica “intelligente” che non produce cadute di tensione e quindi eventualmente si sostituirà a quello che avete già installato oppure, nel caso di barche che non ne sono ancora dotate, sarà l’occasione per apportare un netto miglioramento all’impianto elettrico, magari smantellando quell’incompreso commutatore “1-2-Both”, che pochi sanno effettivamente usare in modo corretto.

Come se questo non bastasse, aggiungerò che questo caricatore può essere ampliato con un numero a piacere di ripartitori di carica in cascata (splitter) senza cadute di tensione, in modo tale da poter facilmente essere impiegato in impianti dove sono presenti diversi banchi di batterie. Per esempio, quando oltre alle batterie dei servizi e a quella per l’avviamento del motore è presente anche una batteria dedicata al funzionamento dell’elica di prua, o ai winch elettrici, ecc.

Il tutto  ad un costo tutto sommato accettabile  e qualche decina di minuti di lavoro.

Come sempre, chi volesse approfondire o volesse consigli  può contattarmi via email oppure telefonando al 3925078006.

Per acquistare il prodotto, clicca qui: Potenziare la carica dell'alternatore del motore.

Lascia il tuo commento